La personalità del dialogo
Ha vinto il buon senso del dialogo. Non quello dato dal colore politico, ma quello che i cittadini hanno percepito, probabilmente stufi di liti e confronti
Ha vinto il buon senso del dialogo. Non quello dato dal colore politico, ma quello che i cittadini hanno percepito, probabilmente stufi di liti e confronti. Un anno fa, quando Porro divenne sindaco con però una maggioranza di centrodestra, scrivemmo che, per governare, si sarebbe dovuto affrontare il “muro del dialogo”. Ma i 15 giorni da sindaco non furono sufficienti.
Il muro rimase. Oggi, di fronte a un centrodestra litigioso e spaccato su più fronti, il pragmatico sognatore Porro è riuscito a mettere insieme un gruppo che non ha cercato lo scontro con l’altra coalizione di centrodestra. I cittadini se ne sono accorti e hanno premiato l’impressione di un leader che, in questa lunga campagna elettorale cominciata ancora un anno e mezzo fa, ha fatto abbandonare i personalismi dei singoli a favore della nascita di un gruppo. Ha chiesto la fiducia degli elettori presentando una vera squadra.
Quel “muro di dialogo” c’è stato, anche all’interno della coalizione. Tanto che l’apparentamento con la lista civica di Proserpio è stato accettato anche dal quella Sinistra che, così facendo, ha perso l’unico seggio elettorale a cui avrebbe avuto diritto. Una scelta coraggiosa che avrebbe potuto provocare liti o tensioni in campagna elettorale. Ma su questo non vi è stata alcuna eco.
Non è l’unico esempio. Le prime parole di Porro, ancora prima di entrare in Municipio, prima di prendersi gli applausi, sono state per l’avversario Marzorati: abbracciandolo sulla porta del comune ha avanzato un esplicito invito a lavorare insieme perchè “ci sarà bisogno di tutti”. Una chiara volontà di voler proseguire sulla strada di quel dialogo che già chiese nel 2009.
Ora Porro avrà un arduo compito. Non solo quello di mantenere le promesse elettorali del programma. Ma di proseguire su questo cammino del confronto costruttivo, del dialogo, della voglia di sognare. Vale più di una promessa, vale la fiducia di elettori sempre più stanchi di una politica che negli ultimi anni non è più mediazione, ma imposizione.
Quel muro non è ancora stato abbattuto, ma Saronno, oggi, è già a buon punto.
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