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“A quando una soluzione per il problema acqua a Saronno?”

L’analisi del Partito Democratico sulla situazione idrica della città, dopo la chiusura del pozzo alla scuola Pizzigoni

Pubblichiamo l’intervento del coordinamento del Pd di Saronno, sulla situazione acqua dopo le polemiche della scorsa estate quando vicino alla scuola Pizzigoni nel pozzo della rete idrica venne trovata una presenza di inquinanti:

L’acqua è diventata uno dei problemi più seri di Saronno: in molte zone oramai scarseggia. La questione è complessa. Da una parte ci sono le novità che influiscono sul futuro, dall’altra le azioni che sono state finora intraprese che danno adito a molte perplessità e assegnano responsabilità ben precise: il centro destra in questi anni è stato assente!

L’apertura ai privati
La recente approvazione della riforma dei servizi pubblici, da parte del Governo (art.15 del D.Lgs 135/09), ha aperto ai privati la possibilità di gestire la distribuzione dell’acqua. La proprietà degli impianti rimarrà pubblica mentre la distribuzione dovrà essere assegnata a nuove società totalmente private o miste, con i privati almeno al 40%, per garantire efficienza e qualità. Servirà un puntale controllo, da parte dei Sindaci e di tutti noi, perché in Italia si sono già verificati casi di aumenti ingiustificati delle tariffe all’ingresso delle società private, tese esclusivamente a fare utili.

La situazione provinciale
L’Ambito Territoriale Ottimale è la nuova autorità provinciale per la gestione complessiva dei servizi idrici. L’ATO Varese ha recepito che l’acqua in Provincia non sarà privatizzata, i tubi resteranno di proprietà dei comuni attraverso la costituzione di una società patrimoniale. Sulla gestione della distribuzione e su come il ricavato delle bollette verrà diviso fra pubblico e privato la situazione è molto ingarbugliata. Tra due anni verrà attivata la nuova gestione. L’unica cosa certa sono i rincari delle tariffe che, sulla carta, dovrebbero dare la possibilità di nuovi investimenti sulla rete idrica. Ma la situazione va affrontata in tempi stretti.

I pozzi di Saronno
Degli otto pozzi pubblici presenti a Saronno, attualmente ben due sono chiusi: via Miola-Parini per superamento dei limiti di tricloroetilene e tetracloroetilene; via Porta per il superamento dei limiti di nitrati. Per quanto concerne i nitrati, altri due pozzi sono vicinissimi al limite di chiusura, via Miola 79/81 e via Maestri del Lavoro (analisi Agosto ‘09, le ultime leggibili dal sito di Saronno Servizi). Il problema dei nitrati, dannosi soprattutto per i bambini, nasce generalmente da un uso eccessivo dei fertilizzanti in agricoltura, dalla dispersione nel sottosuolo di scarichi civili e dalle perdite, talvolta notevoli, delle reti fognarie. La trielina nell’acqua è una grave anomalia che si può ricondurre alla presenza di siti industriali che hanno usato questi solventi per le proprie lavorazioni (concerie e tintorie). Qualche dubbio sulle aree industriali dismesse di Saronno nasce.

Il contributo dei cittadini e le inadempienze degli enti preposti
I genitori e il Preside della scuola elementare Pizzigoni, con il supporto dei medici pediatri, hanno denunciato il modo in cui l’ASL ha svolto il suo compito istituzionale di tutela della salute, richiedendo azioni più rigorose, informazioni tempestive e che si ricercasse l’origine della contaminazione da trielina. Il gruppo “Donne per cambiare” ha consegnato al Commissario la petizione popolare “Salviamo l’acqua” con cui 661 cittadini di Saronno hanno chiesto al futuro Sindaco e Consiglio comunale di riconoscere “l’acqua come bene comune” e il servizio idrico, quale “servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e senza scopo di lucro”. Luciano Porro, ha firmato la petizione per attestare il proprio impegno a modificare lo Statuto del Comune, come da richiesta della petizione.

Un altro contributo è arrivato dal Partito Democratico: a fronte di un’inaccettabile latitanza del Comune ha presentato una interrogazione in Provincia denunciando la situazione del pozzo di via Miola/Parini sollecitando un intervento per fare chiarezza sulle cause della contaminazione e sulla verifica di eventuali responsabilità. La risposta dell’Assessore all’Ambiente provinciale è arrivata ad inizio dicembre, con l’elencazione di tutte le azioni ed i provvedimenti adottati dagli enti preposti: il 7 luglio l’ARPA consegna a Comune di Saronno e Provincia le analisi relative all’eccesso di trielina nel pozzo di via Miola; nello stesso giorno Saronno Servizi chiude il pozzo; il 10 settembre la Provincia chiede al Comune di Saronno di indagare individuando i siti inquinanti nel raggio di 1 km dal pozzo; il 13 ottobre il Comune dà inizio alla ricerca in tutto il territorio comunale; infine il 18 novembre i tecnici presentano in Provincia le risultanze dell’indagine.

Alcune domande spontanee
Ma fino alla comunicazione dell’ARPA del 7 luglio è possibile che il Comune non sapesse nulla dei valori eccessivi di trielina, visto che da tempo erano comunque altissimi, tanto che i bambini della scuola Pizzigoni non potevano più bere acqua di rubinetto? Chi ha deciso di mantenere attivo fino a luglio un pozzo inquinato? L’ASL ha recentemente dichiarato che la trielina superava i limiti di legge già nel 2005; si doveva aspettare fino al 13 ottobre 2009 perché qualcuno desse inizio alla ricerca delle cause di tale inquinamento? Considerando che per legge “chi inquina paga”, come mai non si è da subito verificata la situazione nelle ex aree industriali, principali indiziate nella vicenda? Non scordiamo che la legge 152, che prevede l’analisi ambientale di tutte le aree potenzialmente inquinanti, è del 2006. Nulla si sa rispetto a come sono state fatte le ricerche e al loro esito. Non è un buon segno. L’Amministrazione Comunale ha ripetutamente dichiarato, negli anni, che l’acqua era sotto costante controllo, che i cittadini dovevano stare tranquilli. I fatti hanno dimostrato il contrario. Infine, in Comune si parla già di ingenti stanziamenti, un mutuo di 450.000 €. per la realizzazione di uno o due nuovi pozzi. Tutto ciò senza sapere in quali condizioni sono le nostre falde. Vogliamo essere più informati, più coinvolti, considerato che alla fine saremo noi, cittadini, a pagare, come al solito. Non sappiamo neppure se è stata, in alternativa, valutata la scelta forse più vantaggiosa di acquistare l’acqua dai paesi limitrofi, oppure se è preferibile stanziare quel denaro per ridurre le perdite delle condotte e gli sprechi da errato utilizzo. L’unica certezza è che in estate il consumo d’acqua aumenterà. Come faremo tra pochi mesi? Nel mezzo ci sono le elezioni, ormai alle porte. Per i cittadini c’è la possibilità di presentare il conto.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 13 Gennaio 2010
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