Musulmani e partigiani alleati per il Ramandan
Quasi mille fedeli partecipano alla preghiera serale, ma il centro islamico non riesce a contenere tutti. Nella vicina “Casa del partigiano” le associazioni hanno messo a disposizione il cortile interno
Quasi mlle fedeli per il Ramadan saronnese. È quello che accade nei momenti di preghiera in via Maestri del Lavoro, la sede del centro culturale islamico cittadino che ha dovuto improvvisare una preghiera sotto le stelle per poter soddisfare tutti i presenti giunti anche dai paesi limitrofi. Infatti nei locali del Centro non c’è spazio per tutti e gli organizzatori hanno chiesto aiuto alle associazioni che hanno sede nella vicina “Casa del partigiano”. Associazioni che già in passato in passato avevano messo a disposizione il cortile dell’edificio.
Due gazebo e il giardino ricoperto di tappeti. Tempo permettendo è questa la scena a cui ci si trova di fronte alla sera nell’area all’aperto. Esprime particolare soddisfazione il portavoce del centro islamico, Sadok Hammami: «Ci è parsa la scelta migliore, finché il tempo è bello possiamo evitare di assieparci all’interno».
Per la conclusione del Ramadan, che si svolgerà domenica e lunedì prossimi, 20 e 21 settembre, Sadok spiega che si stanno valutando diverse soluzioni: se sarà bel tempo abbiamo già ottenuto l’autorizzaione per fare la festa di domenica al parco del Santuario; se invece sarà brutto tempo avremo a disposizione, grazie al Comune, la palestra della scuola Pizzigoni, come lo scorso anno».
«Per noi il Ramadan è sempre stata un’occasione di confronto e di integrazione – spiega -: anche quest’anno, ad esempio, sono state organizzate una serie di cene per aiutare l’integrazione delle diverse componenti. Qui arrivano fedeli di diverse nazionalità tanto che la preghiera viene fatta sia in arabo sia in italiano per permettere a tutti i comprenderla».
«Per noi il Ramadan è sempre stata un’occasione di confronto e di integrazione – spiega -: anche quest’anno, ad esempio, sono state organizzate una serie di cene per aiutare l’integrazione delle diverse componenti. Qui arrivano fedeli di diverse nazionalità tanto che la preghiera viene fatta sia in arabo sia in italiano per permettere a tutti i comprenderla».
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