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«Aldo Denicolai l’intellettuale di Saronno più coraggioso degli ultimi decenni»

Il ricordo di Angelo Proserpio dedicato all’uomo scomparso lo scorso sabato 18 aprile

 
Sabato 18 aprile si è spento Aldo Denicolai. Originario di Nizza Monferrato, era arrivato a Saronno nel 1957 e da allora comincia a gettare in città un seme che non ha mai cessato di germogliare. Aldo è stato un precursore, un uomo che ha letto la realtà con l’attenzione che solo chi ha lungamente allenato l’occhio alla visione critica del mondo può essere capace. Dalla fine degli anni ’70 è stato apostolo dell’ecologia, una scienza che allora era appannaggio di poche persone. Profondamente convinto dei limiti dello sviluppo che allora il Club di Roma stava rivelando al mondo scientifico, dà vita a serrati confronti con la classe politica saronnese, alla quale rimprovera l’incapacità di riconoscere la scarsità delle risorse e il degrado entropico, prefigurando quelle situazioni di insostenibilità ambientale che oggi stiamo subendo.
Educatore per vocazione, aveva una straordinaria abilità di raccontare, ragionare e spiegare che metteva a frutto nelle scuole della città e della Lombardia. Un audiovisivo da lui artigianalmente prodotto sull’ecosistema del Parco Nazionale del Gran Paradiso era diventato uno strumento didattico molto richiesto. Le gite scolastiche con Aldo Denicolai erano una palestra di vita e di conoscenza. Da animalista antispecista, insegna a rispettare tutti gli animali a cominciare da quelli che in genere non entrano come beniamini del pubblico nei film di Walt Disney. Sui sentieri di montagna mostrava ai ragazzi che formiche e ragni avevano la precedenza e non dovevano finire sotto gli scarponi, perché dalla loro vita dipende anche la nostra. L’impegno più difficile di questa sua laica missione è stato contro le errate abitudini alimentari soprattutto della prima infanzia. Assistito da tecnici e docenti di eubiotica, si fa promotore nelle scuole di una campagna di informazione che trova negli insegnanti largo consenso, riuscendo ad ottenere anche modifiche dei protocolli dietetici nelle mense scolastiche della città. Aveva una concezione unitaria della natura che divulgava in intense conversazioni a Radio Orizzonti e nelle lezioni di Unitre per far comprendere la necessità di una nuova visone della Scienza, di una nuova Alleanza tra l’Uomo e la Natura. 
Profondamente provato dalla prematura scomparsa della moglie, con la quale spiccava voli sincroni interrogandosi continuamente sulla sorte dell’uomo e sul suo modo di essere interprete politico del suo destino, da molti anni viveva appartato. Ha riempito i suoi ultimi anni donandosi ai suoi nipotini. E’ stato un nonno speciale per la delicatezza dei sentimenti e per la dolcezza austera del tratto. Invece a se stesso riservava severe riflessioni sulla vita come parabola da compiere senza forzature, cercava con insaziabile avidità intellettuale la via di una sintesi dell’universo, un filo rosso che lo aiutasse a capire le ragioni dello stretto rapporto di interdipendenza tra gli esseri viventi e il sistema tutto.
Aldo ha voluto mettermi a parte di questa sua ricerca, delle sue meditazioni. Non mi parlava più di musica, le conversazioni estetiche avevano lasciato il posto a ragionamenti e congetture. Ascoltavo e, pensando di aiutarlo, talvolta minimizzavo. Lui non ammetteva scorciatoie, e io mi disponevo ogni volta ricominciare da capo, come con un direttore d’orchestra esigente e rigoroso. La rete della vita – diceva – è una cosa troppo delicata per non maneggiarla con cura. Le ultime sue meditazioni erano discorsi rarefatti, metafisici, ogni riferimento terreno era scomparso, capivo che stava percorrendo quel confine sottilissimo che porta dalla disperazione alla speranza. In alcuni momenti sembrava che perdesse il filo, indugiava, taceva. I suoi occhi mobilissimi diventavano improvvisamente lucenti. Come se non trovasse le parole per esprimersi, mi dava appuntamento ad un’altra volta, “quando avrai un po’ più di tempo”.
Addio Aldo, il tuo cuore inquieto ha trovato la pace.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 20 Aprile 2009
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