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«È proprio necessario accordarsi con la Lega Nord?»

Il sindaco Pierluigi Gilli interviene sulla polemica in corso tra Popolo delle Libertà e Carroccio sulla scelta del candidato sindaco che potrebbe portare per la prima volta il partito di Bossi nel Palazzo cittadino

«È proprio necessario e strategico, anche a Saronno, accodarsi alle pretese della Lega Nord e porsi in atteggiamento supplice e rassegnato nei confronti dei suoi diktat?» La domanda la pone l’attuale sindaco di Saronno Pierluigi Gilli (Pdl), dopo le polemiche dei giorni scorsi che non hanno ancora portato all’ufficializzazione del candidato sindaco da parte dell’alleanza tra Popolo delle Liberta e Lega Nord. Situazione che porterebbe per la prima volta a Saronno il Carroccio nel governo alla guida della città degli amaretti. Infatti, il candidato annunciato già un anno fa da Forza Italia sarebbe dovuto essere Annalisa Renoldi, vicesindaco da 10 anni. Nei mesi scorsi, invece, la Lega ha posto il veto a questo nome, arrivando recentemente, attraverso il segretario provinciale Stefano Candiani, a proporre Rienzo Azzi, attuale assessore provinciale alla sicurezza.
Ora tutto è in mano alle sezioni regionali dei due partiti che dovranno decidersi su cosa fare. Ed ecco che il sindaco uscente, il cui peso non è indifferente visto che nelle elezioni del 2004 ottenne quasi il 10% di preferenze personali, pone la domanda sull’utilità dell’alleanza tra i due partiti. «Forse ci si dimentica – prosegue il primo cittadino – che il centrodestra, a Saronno, governa da dieci anni senza i leghisti, i cui Consiglieri Comunali, nonostante l’aria da embrassons nous di un’annunciata alleanza, hanno continuato imperterriti a votare contro ogni provvedimento proposto dai quasi-alleati. Logico che la Lega Nord cittadina parli di discontinuità (come Follini… E si è visto che fine ha fatto…): non sono mai stati in maggioranza, unico esempio tra le grandi città della Provincia di Varese (come dicono a Roma, je rode…). Meno logico che una siffatta discontinuità suoni gradita come un balsamo anche a qualche pezzo del P.D.L.; in verità, anch’io non disdegnerei la discontinuità, ma rispetto a taluni esempi indefinibili di parte della maggioranza in questi ultimi cinque anni (su cui tornerò), ben diversi dai primi cinque, in cui il P.D.L. non esisteva ancora, ma – di fatto – nella nostra città era come se ci fosse, stanti l’omogeneità e la lealtà tra i partiti della maggioranza stessa (risultato: Sindaco rieletto al primo turno, contro i calcoli di chi ambiva al ballottaggio, per sistemare le cose con i soliti compromessi tra apparentati dell’ultima ora). Il proverbio dice che la corda, a furia di essere tirata, si può anche spezzare; lo valuteranno i leghisti, la cui capacità amministrativa è tutta da dimostrare (stare all’opposizione è facile e comodo, basta dire sempre di no… Senza responsabilità alcuna e con tante strizzate d’occhio)? Lo sanno i seguaci del P.D.L., popolo delle libertà, non popolo domestico (dalla) Lega?».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 17 Aprile 2009
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